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    "Libro abbandonato"

    Un paio di giorni fa, tornando a casa, ho visto che avevano lasciato dei vecchi libri al cassonetto per la raccolta della carta. Mi sono fermata, sono tornata indietro di qualche passo e ne ho preso in mano uno, erano dei vecchi romanzi degli anni Quaranta. Libri di quasi settant'anni fa. Qualcuno aveva la copertina sciupata, macchiata, con cicatrici dovute all'umidità, ad un paio di loro mancava, lasciando le prime pagine senza protezione adeguata. Non sono riuscita a ignorare il loro richiamo. Non sono riuscita a lasciarli lì, e se lo avessi fatto ora sarebbero solo carta da riciclare. Incontrandoli ho cambiato il loro destino. Li ho portati a casa con me. Seppure malconci, tutte le pagine sono ancora leggibili. Dovrò sistemarli, ma credo che poi sapranno regalarmi momenti interessanti in compagnia del loro contenuto. Erano libri abbandonati. Qualcuno, forse, ha giudicato che non fossero più interessanti. Un libro non smette mai di essere se stesso nemmeno quando è ridotto male, come un essere umano. Il valore che uomini e libri custodiscono al loro interno è la loro essenza e il loro messaggio, la loro voce, le loro parole, i loro pensieri. Non è sufficiente mai, in nessuna circostanza e in nessun modo, un difetto, per renderli abbandonabili. Forse, chi abbandona, sente di essersi liberato di una sorta di peso, ma il soggetto abbandonato soffre. In questo caso, la sofferenza di un libro è la sua sottrazione alla conoscenza, in tal modo il libro non può più contribuire a svilupparne, in coloro che leggono. Se si abbandona un libro lo si riduce al silenzio, e lui non potrà neppure rallegrarsi di ciò che contiene, non potendo leggere se stesso. La gioia di un libro è poter servire, è farsi leggere, è permettere di rammentare le cose, è insegnare, è tramandare. E non dimentichiamo la splendida potenzialità di un libro, lui, se un giorno mancasse la corrente elettrica, potrebbe ancora essere letto, a differenza di un testo conservato in una memoria elettronica. Un libro sa seguirti in qualsiasi luogo ed occasione e non servono altro che un po' di tempo, di silenzio e di cuore, per stringere con lui un'amicizia imperitura.

    Mary

     L'ottimista vede la rosa e non le spine;
     il pessimista si fissa sulle spine,
     dimentico della rosa.
    "Kahlil Gibran"

      

      


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  • Commentaires

    1
    tentazione66
    Lundi 1er Octobre 2012 à 21:21

    bello bellissimo... complimenti! ;)

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    2
    nefertiti704
    Mercredi 3 Octobre 2012 à 10:47

    Un libro è per sempre Mary!  Leggendolo siamo affascinati dalla storia che narra, entriamo dentro la psiche dei personaggi e diventiamo noi stessi  attori della commedia o tragedia che stiamo  vivendo perché in ogni libro c'è una piccola parte di quello che siamo stati, siamo e saremo...Possiamo dare la tura alla nostra fantasia e decidere se stare dalla parte dei buoni o dei cattivi a seconda di ciò che la vita ci ha proposto. Mi piace ilf ruscio della pagina mentre la sfoglio e l'odore di nuovo di un libro appena comperato. L'idea che gli stessi in un futuro verranno messi su un tablet mi terrorizza...le biblioteche coi loro silenzi, con gli autori che ti guardano dagli scaffali polverosi per me assomigliano ad un santuario...che le stesse spariscano per essere inglobate nei moderni sistemi informatici è...sacrilegio! un libro per vivere ha bisogno del calore della nostra mano che lo sfoglia piano e con amore. Brava Mary il tuo Post è lezione di vita! Ti abbraccio, Mapì 

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